L'accesso alla Città di Palmanova è possibile attraverso le tre Porte Monumentali attribuite all'architetto Vincenzo Scamozzi, non per una precisa documentazione ritrovata che comprovi la paternità del grande architetto civile vicentino, ma per il ruolo che egli ebbe a servizio di Venezia, per la sua documentata presenza a Palmanova e per quanto egli ha scritto nel suo trattato " Dell'Idea dell'Architettura Universale" (1615).
Le Porte sono gli unici edifici visibili dall'esterno della Fortezza e conservano ancora in parte le caratteristiche architettoniche originarie.
La loro facciata esterna, di fattura piuttosto accurata, contrasta con il rigore e la semplicità delle forme presenti all'interno che esaltano, invece, una funzionalità piuttosto militare.
Esse presentano una struttura comune: al piano terra una corte quadrata centrale attraversata dalla via di accesso; due porticati a triple arcate, ciascuno dotato di nicchie con camino; alcuni accessi ai locali del corpo di guardia e a quelli riservati ai gabellieri.
Due pesanti rastelli in ferro (ora collocati in piazza sotto la Loggia) e quattro battenti in larice con borchie metalliche rendevano l'ingresso in Città ancor più sicuro.
Sotto il profilo architettonico le tre facciate esterne sono stilisticamente diverse.
I rivellini davanti alle tre porte, realizzati nella seconda metà del Seicento, determinarono un nuovo modo di accedere alla Fortezza.
Sui fianchi, cioè fra queste fortificazioni ed il fossato, furono alzate due controporte con funzioni diverse.
La prima aveva la funzione di difendere una strada coperta che correva attorno al rivellino, l'altra serviva per il transito di carri e persone per cui aveva una carreggiata più ampia.
Sul filo del fossato, queste controporte di transito avevano un locale per il corpo di guardia e feritoie per i fucilieri.
Erano anche munite di rastelli (cancelli) ed erano rinforzate all'esterno da un fossato asciutto con "ponte levadore".
Due di queste controporte esistono ancor oggi: una a Porta Aquileia e l'altra a Porta Cividale, entrambe del tipo che serviva a controllare la strada coperta.
A Porta Udine restano alcuni ruderi e tracce tuttora visibili.